Con il riscaldamento acceso, si fatica ad aprire le finestre e a “cambiare” aria in casa, per paura di disperdere inutilmente il calore.
Eppure, questa buona abitudine dovrebbe essere quotidiana, perché assicura il ricambio dell’aria e ne migliora la qualità. Il comfort climatico però dipende anche dalla temperatura e dall’umidità dell’aria: la sensazione di caldo e di freddo è collegata all’umidità presente in casa.
Per un buon sonno il tasso di umidità ottimale dovrebbe essere tra il 40 e il 65%, a seconda della temperatura. Un eccesso di umidità può portare alla formazione di muffe (a causa della condensa sulle pareti più fredde) e a un generale stato di malessere; quando scende sotto il 20%, l’aria diventa troppo asciutta e può causare altri problemi (secchezza alla bocca e alle vie respiratorie, rischi di infiammazione, fastidio a respirare e a produrre saliva).
Per tenere sotto controllo questi parametri basta un termometro o un igrometro; per regolarla si può prendere eventualmente un umidificatore.
Perché il sonno sia migliore, ricorda anche di areare i locali (cinque minuti, più volte al giorno), anche in rapporto al numero delle persone e al tipo d’attività svolta.
Non usare diffusori di olii o profumi: peggiorano la qualità dell’aria.