La pesca con il monel è una tecnica poco usata, sia per la difficoltà dell’utilizzo di tale filo sia per la poca soddisfazione nel recuperare le prede. Incredibile però il suo potere catturante.
La pesca a traina, è una delle tecniche più praticate per la sua facilità di esecuzione e per la massa di pescatori che la effettuano anche con risultati spesso non troppo soddisfacenti.
Le due tecniche principali sono: traina costiera e di superficie. Negli ultimi tempi in Italia e in altri paesi del Mediterraneo sta avendo un successo incredibile la pesca con il monel che altro non è che un filo d’acciaio che permette di far affondare le esche.
L’unicità di questo filo da pesca è quella di poterle portare a stretto contatto con il fondo. L’impiego del monel deve però seguire delle regole ben precise come la velocità di traina, la quantità del filo imbobinato e filato in acqua, e le esche impiegate che devono rispettare determinati parametri. Nato e diffuso negli Usa, il monel che troviamo in commercio presenta varie difformità. Queste le marche principali: Imperial Rosso e American fishing Wire in libbraggi che variano dalle 20 alle 80 libbre. La differenza essenziale tra un tipo di marca ed un’altro sta nel peso totale e quindi di una maggiore o minore affondabilità. Per verificarne per esempio la differenza, basta pesare due bobine di monel di pari libbraggio e di marca diversa. Sicuramente il migliore sarà quello più pesante e quindi capace di affondare maggiormente le nostre esche. Il libbraggio ideale del monel da impiegare nella traina ai dentici è quello da 60 libbre che riesce ad affondare un minnow con paletta di plastica da 14 centimetri a circa 25 metri (con l’imbarcazione ad una velocità di circa 4,5 nodi e circa 200 metri di monel in acqua).
La carica ideale per ogni mulinello è di circa 200 metri e quindi la totale capacità di due bobine. Nella pesca con il monel dovremo porre molta attenzione nell’utilizzo delle canne e dei mulinelli.
Infatti, la corrente galvanica prodotta dal monel li sciuperà velocemente. Come ben sappiamo, tale corrente, corrode le parti metalliche e per questo motivo dovremo utilizzare apposite attrezzature o protezioni.
La Penn International Americana, per esempio, produce appositi mulinelli e canne da monel e quindi anticorrosione. Per utilizzare invece le nostre attrezzature non protette, dovremo procedere come segue. Come canne dovremo impiegare attrezzi con anelli in pietra dura e soprattutto le bobine dei mulinelli, dovranno essere coperte da nastro adesivo telato prima dell’imbobinatura. Per la carica del mulinello dovremo procedere come segue: Dopo aver ricoperto totalmente la bobina con il nastro, imbobineremo per prima cosa una copertura di dacron (da 50 lbs) da per un totale di 30/50 metri e mediante una girella a barilotto legheremo il monel. Dopo avere caricato i 200 metri di acciaio, legheremo la seconda girella e quindi circa 20 metri di nylon di diametro dello 0,70 millimetri. La pesca ai dentici con il monel può essere praticata sia con esca viva sia con l’artificiale anche se questa seconda soluzione è la più efficacie su fondali di profondità variabile dai 15 ai 40 metri.
Infatti, la differenza essenziale tra i due tipi d’esca è che con i minnow dovremo portare la nostra barca ad una velocità di traina compresa tra i 4 ad i 5 nodi e quindi con maggiori miglia percorse, aumenteranno le nostre possibilità di cattura. Gli artificiali più adatti al caso sono naturalmente quelli di lunghezza compresa tra i 13 ed i 18 centimetri con alternanza tra la paletta metallica e di plastica secondo i tipi di fondale. La scelta dei colori varia a seconda delle condizioni meteo e del colore delle acque.
Solitamente sono molto catturanti i colori vivaci come l’arancio, oppure il madreperla con sfumature arancio fluorescente. Un piccolo trucco per la pesca con il monel è quello di sapere esattamente a che profondità lavorano le esche. Per questo dovremo effettuare delle prove che poi si riveleranno utilissime una volta in pesca. Per prima cosa dovremo preparare la canna e il mulinello e utilizzare come esca un minnow privato delle ancorette. A questo punto ci porteremo con la barca su una zona con fondo sabbioso ed postata la velocità di traina (4 o 5 nodi), navigheremo su un fondale di 10 metri (profondità rilevata sempre dall’ecoscandaglio) ed inizieremo a calare il monel. Non appena l’artificiale toccherà il fondo (lo avvertiremo da un leggero sussultare della canna), segneremo con un filo colorato rosso o un pennarello indelebile il monel e quindi ci porteremo ad una profondità di 15 metri.
A questo punto caleremo di nuovo il filo e segneremo di nuovo il monel quando il minnow toccherà il fondo. Tale operazione andrà quindi ripetuta fino alla completa fuoriuscita di tutto il monel imbobinato. Così facendo sapremo quanto monel calare in base alla profondità del luogo di pesca. Per semplificare il tutto dobbiamo considerare quanto segue: Imbobinando un monel da 60 libbre, con un artificiale da 14 centimetri con paletta di plastica, ad una velocità di 4,5 nodi, il nostro minnow affonderà circa 1 metro per ogni 10 metri di monel calato in acqua.